Dom. Mag 19th, 2024

Il Governo sta mettendo in piedi un vero e proprio imbroglio nei confronti dei cittadini, riproponendo i voucher sotto mentite spoglie. Dopo la battaglia portata avanti dalla Cgil ed il successo della raccolta firme della proposta di referendum abrogrativo, la maggioranza  inventa il “dopo voucher” e lo inserisce subdolamente in un emendamento alla manovra correttiva.

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Recepito il chiaro messaggio degli italiani che hanno accolto con favore ed entusiasmo l’iniziativa della Cgil tesa a tutelare i lavoratori senza diritti, schiavi del sistema dei voucher, l’Esecutivo aveva prontamente abolito uno strumento che si era rivelato diabolico nel contrarre all’osso i diritti base dei lavoratori, impegnandosi a un confronto con  le organizzazioni sindacali di cui, però, non si è visto traccia.

Piuttosto la riproposizione attraverso un emendamento in Commissione Bilancio al Senato dei buoni lavoro testimonia che il Governo ha abolito i voucher solo per paura dell’esito (scontato) del referendum abrogativo proposto dalla Cgil; quindi solo per ragioni di mera sopravvivenza politica dell’attuale maggioranza, che difficilmente avrebbe retto ad una nuova batosta in stile “4 dicembre”, con l’unico obiettivo di non fare votare i cittadini.

Ne scaturische un chiaro problema di agibilità democratica di fronte alla quale la Cgil si attende una sollevazione quanto meno di parte della maggioranza. E’ evidente che una manovra tesa a correggere i conti non possa divenire l’occasione per proporre emendamenti gattopardeschi, che nulla hanno a che vedere con la materia in oggetto.

La strada tracciata per il “dopo voucher”, nonostante preveda dei paletti sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, per la Cgil è assolutamente impercorribile e rappresenta una clamorosa presa in giro della Consulta e di milioni di italiani che hanno sottoscritto la proposta di referendum che puntava ad abolire uno strumento di lavoro tanto povero quando diffuso. Pertanto la nostra organizzazione sindacale è pronta a condurre una nuova battaglia a tutela dei lavoratori.

Le norme per il lavoro stagionale esistono al pari di quelle per il lavoro a termine o temporaneo. Legiferare ancora una volta in dispregio degli imprescindibili diritti dei lavoratori è il sintomo di un sistema malato e di un Parlamento indegno del proprio ruolo. Il mercato del lavoro per ripartire non ha bisogno di forme umilianti di precarietà, ma necessita di un governo che si batta concretamente per la crescita attraverso investimenti e l’abbassamento del costo del lavoro e di imprese responsabili delle scelte che fanno in termini assunzionali.

La Segreteria

CGIL Reggio Calabria – Locri

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