Dom. Mag 19th, 2024

Il governatore Occhiuto e la vicepresidente Princi illustrano le linee guida del piano di dimensionamento, che prevede 281 autonomie

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Un’offerta formativa che punta a salvaguardare le aree interne della Calabria riducendo la dispersione e quindi la povertà educativa. E’ questo il senso delle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico della Regione per il triennio 2024-27 approvate oggi alla Giunta Occhiuto (le linee guida si possono scaricare alla fine dell’articolo). Secondo i dati forniti dalla Regione, in base ai nuovi criteri nazionali la Calabria avrà 281 autonomie scolastiche rispetto alle 360 dell’assetto precedente ma ne guadagna tre in più avendo stabilito un nuovo parametro che tiene conto delle esigenze territoriali: in pratica la scelta della Regione è stata quella di abbattere il vincolo 600-400, prevedendo di attivare nei centri più grossi autonomie con popolazione scolastica anche superiore a 1.000 unità e nei centri più piccoli autonomie con popolazione scolastica di 600 unità o anche inferiore (in sintesi, si terranno in vita istituti anche con meno di 200 studenti).

Occhiuto: «Risultato straordinario»

«Un risultato straordinario», l’ha definito il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. «Molte Regioni – ha sostenuto poi Occhiuto – si erano lamentate del fatto che la normativa nazionale ponesse alcune Regioni, soprattutto quelle del Sud, nella condizione di ridurre il numero di autonomie. Grazie al lavoro della vicepresidente Princi la Calabria avrà addirittura più autonomie che in passato, perché leggendo bene il testo si capisce che abbiamo individuato delle modalità che consentono di mantenere le autonomie soprattutto nei Comuni che ne hanno più bisogno. In Giunta abbiamo fatto gli esempi di san Luca, Platì, dove c’è necessità di un grande investimento nella formazione scolastica perché è un investimento nella formazione delle coscienze. E’ la dimostrazione del fatto – ha aggiunto Occhiuto – che quando le Regioni lavorano in leale collaborazione con il governo, e quando hanno assessori bravi come la vicepresidente Princi, i problemi si risolvono con grandi benefici dei cittadini anche con riferimento alla scuola».

Princi: «Operazione strategica»

«Anzitutto dobbiamo puntualizzare – ha osservato a sua volta la vicepresidente della Giunta con delega all’Istruzione, Giusi Princi – che l’ultimo dimensionamento della Calabria risale al 2012, quindi c’è stata una concertazione importante che abbiamo attivato nei mesi precedenti con l’Usr e i sindacati e il documento ha trovato l’avallo di tutte quante le componenti. Il documento va ad abbattere i vincoli dimensionali che quest’anno, dopo la proroga legata al Covid, erano 600-400: noi invece, con il numero delle autonomie che ci sono state assegnate a livello nazionale, 281, quindi 79 in meno rispetto all’attuale situazione, abbattendo i vincoli dimensionali a salvaguardia delle aree interne abbiamo previsto di poter attivare nelle aree altamente popolate e nei Comuni con oltre 15mila abitanti autonomie con una popolazione scolastica anche superiore alle 1000 unità, lasciando le aree interne con una popolazione scolastica di 600 o anche inferiore. In pratica, possiamo mantenere in questi centri isolati autonomie anche con 200-300 unità, senza alcun vincolo dimensionale ma con l’esigenza della salvaguardia dei contesti e delle realtà interne che rischierebbero lo spopolamento. E’ un’operazione strategica per ridurre i divari territoriali nella nostra regione, e per abbattere la dispersione scolastica compresa la povertà educativa. Le linee guida infatti prevedono di calibrare l’offerta formativa alle vocazioni dei territori, con la possibilità di costituire poli liceali, tecnici-professionali, educativi. Attraverso questa strategia – ha rilevato la Princi – curveremo gli indirizzi al potenziale dei territori. E’ un documento a nostro avviso altamente qualificante rispetto alla situazione di contesto e dà centralità all’istruzione in Calabria». La Princi ha poi rimarcato l’importanza del ruolo dell’Osservatorio regionale per il Diritto all’Istruzione e al Diritto, attraverso il quale – ha spiegato – «sarà fruibile una lettura georeferenziata del territorio che permetterà alle Province e Città metropolitana e a ciascun Comune di individuare le aree territoriali e scolastiche con maggiore disagio e a rischio di dispersione». 

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