Dom. Giu 2nd, 2024

Continuavano a percepire contributi agricoli dalla regione pur essendo in carcere da tempo. L’accusa è di associazione per delinquere, concorso in falso materiale e ideologico commesso da incaricati di pubblico servizio, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche aggravate dalla finalità di agevolare consorterie mafiose. Nella mattinata di ieri, i carabinieri hanno eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, a carico di altrettanti soggetti residenti in vari comuni della piana di Gioia Tauro.
Costoro risultano sostenuti dalla complicità dei funzionari pubblici ai quali è stato contestato il reato associativo nel periodo 2010-2018. Hanno beneficiato di contributi pubblici erogati dall’agenzia Regione Calabria per l’Erogazioni in Agricoltura nonché alla disponibilità di titoli di pagamento della “Politica Agricola Comune”per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. Percettori indebiti, così sono stati definiti dai magistrati della Dda, privi dei requisiti soggettivi poiché gravati da misure di prevenzione personale o condannati per delitti di criminalità organizzata, i quali grazie alla complicità e al contributo degli incaricati di pubblico servizio operanti per conto del consorzio olivicolo “Conasco”, dissimulavano il proprio stato carcerario. Teresa Gallico, al 41 bis, pur essendo detenuta dal 2010, ha percepito ininterrottamente contributi che corrispondono complessivamente a 59 mila euro, in qualità di titolare di un impresa di fatto inattiva proprio grazie alla complicità dei dipendenti della Conasco, che avrebbero attestato falsamente la presentazione della domanda da parte dell’interessata omettendo il suo stato di detenzione.
Le analisi hanno permesso di accertare le numerose anomalie per quanto riguarda le domande di accesso ai contributi e soppressione dei documenti che avrebbero dovuto custodire gli stessi incaricati di pubblico servizio dimostrando che gli operatori di assistenza agricola “Copagri 102 ” di Reggio Calabria, fossero perfettamente a conoscenza dello stato detentivo dei richiedenti.
Gli accertamenti bancari verificati dai Carabinieri hanno appurato che parte del guadagno era indirizzata al pagamento degli onorari dei difensori di Domenico Gallico pluriergastolano.
I magistrati hanno dunque chiesto ed ottenuto la misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività di assistenza agricola per l’azienda, con i conseguenti sequestri che ammontano al valore di oltre 220 mila euro.

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MARCELLA MESITI|redazione@telemia.it

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