Lun. Mag 20th, 2024

Arrivano attraverso 220 pagine le motivazioni della sentenza del processo con rito ordinario scaturito dal blitz “Acero-Krupy”. Il procedimento si era concluso con la condanna di Antonio Coluccio alla pena di 30 anni di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale per tutta la durata della pena, divieto di espatrio e ritiro della patente di guida per 3 anni, nonché la misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni, e al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili: 50 mila euro ciascuno alla Regione Calabria, Provincia di Reggio Calabria (oggi Città metropolitana), Comuni di Siderno, di Marina di Gioiosa Jonica e Grotteria. Assolti invece, per non avere commesso il fatto: Michele Bombara, Nicolino Bombara, Vincenzo Coluccio, Pietro Tagliavia e Cosimo Commisso. L’assoluzione di quest’ultimo può essere considerata importante anche con riferimento allo scioglimento del consiglio comunale di Siderno e dall’amministrazione guidata dal Sindaco Pietro Fuda, avvenuto nei mesi scorsi.
Secondo l’accusa della Dda reggina il 49enne Commiso avrebbe favorito la cosca omonima operante in Siderno adoperandosi per la raccolta di voti a favore di Giuseppe Figliomeni, candidato della lista civica “Centro Democratico” collegata con il candidato e sindaco Pietro Fuda , poi eletto. Sul punto la sentenza del tribunale di Locri, evidenza che l’attività svolta dall’imputato :<< è apparsa episodica e occasionale svolta per ragioni di sostegno privato e non nell’interesse e rafforzamento del gruppo mafioso di sua appartenenza, in quanto quest’ultimo aspetto non è risultato in alcun modo provato>>.
Prezioso sarebbe stato il contributo dato alle indagini “Acero-Krupy” dal nuovo pentito del narcotraffico internazionale Antonio Femia, alias “Titta”. Dalle carte della maxioperazione che ha portato a stringere le manette ai polsi di 54 persone, fermi disposti dalle procure di Reggio Calabria e Roma, emerge infatti la collaborazione con gli inquirenti del “Titta”, sarebbe stato lui a raccontare quanto di sua conoscenza sul traffico internazionale di stupefacenti. Dettagli non di poco conto che avrebbero spalancato la via agli investigatori. Nello specifico secondo le carte dell’inchiesta, Femia avrebbe riferito di strategie di narcotraffico adoperate abilmente dalla famiglia Coluccio. “Flussi di cocaina, si legge, dal Brasile al porto di Halifax in Canada, tramite ditte di ortofrutta e di panettoni e la possibilità di importare quantitativi di 50 kg mensili su vettori aerei da Santo Domingo a Malpensa”. Ma la sostanza stupefacente, stando ad uno stralcio del verbale reso agli inquirenti dal Titta il 20 luglio scorso, sarebbe arrivata a disposizione anche mediante il ricorso a pescherecci di cui i Coluccio avevano disponibilità a Mazara del Vallo. Imbarcazioni che poi avrebbero trasbordato la droga nei pressi di Gibilterra. La quantità per viaggio sarebbe ammontata a circa un migliaio di kg. I viaggi si potevano intraprendere, però, solo in alcuni periodi dell’anno. Ma Antonio Femia riferisce anche che le modalità di comunicazione con i pescherecci, si utilizzavano “telefoni dotati di gps e radio vhf adottando parole chiave”. Molti altri sarebbero, inoltre, i dettagli e le informazioni riferite agli investigatori, rivelazioni ritenute utilissime per comprendere meglio gli affari illeciti portati avanti dalle cosche della Locride.

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