Dom. Mag 19th, 2024

Il leader leghista avanza le prime pretese. «È un settore che gestiamo in tutte le regioni». Strutture, investimenti, lavoro: il piano leghista per non sostituire «i calabresi che partono con i migranti che arrivano sui barconi»

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’occasione fa l’uomo ladro e davanti alla platea dell’assemblea di Coldiretti, Matteo Salvini ne approfitta per annunciare come l’unica rivendicazione che faranno alla coalizione di centrodestra dopo aver vinto le elezioni sarà l’assessorato per l’agricoltura. «Quando eravamo al governo l’avevamo accorpata anche al turismo, per noi sono sempre state le priorità». I piccoli produttori con al collo il foulard giallo di rappresentanza applaudono e in prima fila gongola Pietro Molinaro. L’ex presidente dell’associazione ha tessuto la trama per far sì che il leader del “Carroccio” passasse da Rende dove in occasione dell’assemblea degli agricoltori si trovava anche il presidente nazionale Ettore Prandini, oltre che l’assessore all’agricoltura della regione Lombardia, Fabio Rolfi.
Matteo Salvini sale sul pulpito organizzato per l’occasione in un hotel cittadino e per prima cosa decanta il menù. Fusilli al ragù, costolette, patate, dolci. «Poi mi sono alzato dalla tavola perché stavo per scoppiare». Ma in realtà è solo una scusa per catturare l’attenzione. «Dico questo perché io mangio solo cose tipiche dei posti e poi perché anche fare la spesa è una scelta politica: dobbiamo comprare italiano, rifiutare gli inganni della filiera del consumo e soprattutto ingaggiare una battaglia contro le istituzioni e le multinazionali che non riuscendo a copiare tutte le cose di alto livello che produciamo ci impongono con sotterfugi mascherati da legge tutte le loro porcherie». Salvini sfonda la porta aperta del prodotto realizzato con la fatica e il sudore della fronte e sa bene che in Calabria come in altre parti d’Italia è un nervo scoperto. «Sapete perché chiederemo l’assessorato all’agricoltura? Perché è il settore nel quale la Calabria può fare la differenza. Ci occuperemo di agricoltura e di pesca, sia di tonni che di sardine». Giù di risate e applausi. Gli “infiltrati” leghisti si confondono tra gli agricoltori. «Dobbiamo liberare la burocrazia regionale che frena l’agricoltura e sia chiaro – aggiunge Salvini – non ci dimentichiamo di alcune lacune che in Calabria sono dei crateri: la sanità, la mancanza di un sistema di distribuzione delle acque, un piano rifiuti e un piano spiaggia».

LE REGIONALI Il 26 gennaio si avvicina e in prossimità del voto Salvini ha intenzione di tornare in Calabria il 16 e 17 gennaio; poi ancora il 22 e in fine il 27 «il giorno dopo che la Regione Calabria avrà per la prima volta nella sua storia un presidente donna e la Lega sarà il primo partito in regione torno non per festeggiare ma per programmare». Dall’assemblea degli agricoltori calabresi sono passati anche diversi candidati per la circoscrizione nord come Leo Battaglia e Luigi Novello, in platea non manca Vincenzo Sofo ma sulla genuinità delle liste leghiste Salvini non ha nulla da commentare. «Ci saremo, perché la Lega qui non si è mai presentata –spiega -. E sono contento che tanti per la prima volta ci daranno fiducia». Sembrano lontani anni luce gli anni in cui il sud era descritta come terra di conquista e i meridionali persone dalle quali mantenersi alla larga. «Sui calabresi – ha non ho mai avuto idee particolari. Ho sempre odiato, comunque, i pessimi politici calabresi, ieri come oggi. Se saremo eletti spazzeremo via la ’ndrangheta ma non lo faremo solo qui, lo faremo a Reggio Calabria così come a Reggio Emilia». La retorica dei cervelli in fuga e degli autobus ammassati alla partenza il giorno dopo le festività però la Lega ha ben in mente come fronteggiarla. «Sicuramente non abbiamo intenzione di fare in modo che i tanti calabresi che lasciano questa terra siano sostituiti dai migranti che arrivano in Calabria con il barcone. Ma per fare questo abbiamo bisogno del voto dei calabresi così da poter investire in infrastrutture, trasporti, innovazione e lavoro»

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