Lun. Mag 20th, 2024

Un’inchiesta a Savelli, nel crotonese, rivela un presunto peculato di quasi 3 milioni di euro, con sequestro di beni per 2,8 milioni di euro

Continua dopo la pubblicità...


JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Un’ombra oscura si allunga sui dipendenti del Comune di Savelli, nel crotonese, mentre un’inchiesta della Procura di Crotone rivela presunti atti di malversazione che hanno scosso la comunità locale. Secondo le indagini, due dipendenti comunali e una terza persona sono stati accusati di aver sottratto quasi 3 milioni di euro dalle casse comunali tramite l’emissione di mandati di pagamento falsi, deviando i fondi destinati alle spese dell’ente verso conti correnti personali o di aziende a loro riconducibili.

Le accuse contro i tre indagati includono peculato, falso ideologico e autoriciclaggio. In risposta, le autorità hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza di beni per un valore totale di 2,8 milioni di euro, coordinato dai carabinieri.

Secondo quanto riferito dalle autorità investigative, l’indagine ha rivelato la presunta distrazione di oltre 2,8 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2013 e il 2023. I carabinieri hanno scoperto l’emissione di 320 mandati di pagamento falsi, tramite i quali i fondi pubblici avrebbero dovuto essere utilizzati per pagare utenze e servizi, ma sono invece stati deviati verso i conti bancari degli indagati: Michele Giudicissi, ex responsabile del settore Finanziario, contabile e tributi del Comune di Savelli; Olga Caputo, ex dipendente dell’ente; e Giovanna Panaja.

Uno degli indagati è stato accusato anche di autoriciclaggio, poiché avrebbe reinvestito parte dei fondi sottratti in un bar a Firenze.

Oggi, i carabinieri hanno proceduto con il sequestro di due terreni, quattro abitazioni e altri beni di valore, tra cui gioielli e somme di denaro contante, appartenenti o riconducibili agli indagati. I beni sono stati messi a disposizione dell’amministratore giudiziario nominato dalla Procura della Repubblica di Crotone.

Questa indagine rappresenta un duro colpo alla fiducia pubblica e sottolinea l’importanza di un’attenta vigilanza e trasparenza nell’amministrazione dei fondi pubblici.

Print Friendly, PDF & Email