Ven. Apr 26th, 2024

La Procura di Locri ha chiuso le indagini a carico di Giacomino Brancati e del direttore dell’Area ospedaliera Domenico Calabrò. La loro «incapacità professionale» avrebbe «azzerato» due reparti di Ortopedia

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Avrebbero interrotto «ripetutamente» l’attività del reparto di Ortopedia di Locri, causato sei blocchi dei ricoveri e contribuito alla «graduale riduzione di ogni attività assistenziale», fino a trasformare quella struttura in un «mero ambulatorio». C’è questo e altro nell’avviso di chiusura indagini, firmato dal sostituto procuratore Ezio Arcadi, a carico del direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Giacomino Brancati, e del direttore del dipartimento Area ospedaliera, Domenico Calabrò.
La Procura di Locri accusa i due manager di omissione di atti d’ufficio, interruzione di servizio pubblico e abbandono di persone minori o incapaci.
Tutto ruota intorno alla gestione della Struttura operativa complessa (Soc) di Ortopedia, per la quale dall’ottobre del 2014 al settembre 2017 non ci sarebbe stato «alcun provvedimento di tipo organizzativo o gestionale volto a risolvere le criticità». E i principali responsabili, secondo gli inquirenti, sarebbero proprio Brancati e Calabrò. «Si è riusciti addirittura, con non comune incapacità professionale e/o gestionale – annota Arcadi nell’avviso –, sostanzialmente ad “azzerare” due strutture sanitarie che chiunque possieda una normale conoscenza del territorio non può che valutare di assoluta importanza». E cioè le ortopedie degli ospedali di Locri e Melito Porto Salvo.

GESTIONE «INQUALIFICABILE» In particolare, «la inqualificabile gestione del disservizio è stata causa di ulteriori disagi per i pazienti (che hanno dovuto subire trasferimenti ad altre sedi ospedaliere)», per i loro familiari, «sottoposti a conseguenti sacrifici logistici ed economici», e per la stessa azienda. La Procura sottolinea come, «nell’incredibile clima di confusione generato sulla vicenda», siano stati adottati («con l’implicita connivenza della direzione generale») atti «di indecifrabile legittimità». Il riferimento è ai provvedimenti di blocco del servizio, alla riduzione dei posti letto, al trattenimento nell’ospedale di Locri di sanitari di altri nosocomi «oltre il termine di un mese» e, infine, all’accorpamento delle Soc di Locri e Melito che, «trattandosi di unità complesse in entrambi i casi», andavano «mantenute e, al massimo, funzionalmente accorpate per non più di un mese». Tra le azioni ritenute illegittime, la Procura segnala anche il «tentativo di coinvolgere in scelte di un certo spessore organismi (quale il cosiddetto dipartimento funzionale interaziendale di Ortotraumatologia», di cui avrebbe dovuto essere direttore Gaetano Topa, “capo” della Soc di Ortopedia dei Riuniti di Reggio) «impropri, atteso che l’organo regionale aveva eliminato il detto dipartimento e non era vigente una (nuova) convenzione tra Asp e ospedale reggino».

CRITICITÀ Brancati e Calabrò non avrebbero adottato «alcun provvedimento di tipo organizzativo o gestionale volto a risolvere la criticità e quindi assicurare le urgenze ortopediche e attivare il percorso assistenziale del politrauma; limitandosi, viceversa, ad adottare apparenti provvedimenti-tampone che si rivelavano da subito del tutto inefficaci, talora tra loro in contraddizione e cervellotici, spesso irrispettosi delle competenze fissate dagli atti organizzativi generali e delle norme generali in materia di livelli essenziali di assistenza; provvedimenti che, alla fine, procuravano ripetuti blocchi dei ricoveri, il sostanziale azzeramento della Soc di Locri e dell’omologa struttura di Melito Porto Salvo, assolutamente vitali dal punto di vista dell’assistenza sul territorio e costringevano i pazienti ad una forzata migrazione verso altre strutture della provincia».
Il dg e il direttore avrebbero inoltre «abbandonato persone incapaci, per malattia di corpo, di provvedere a se stesse e delle quali avrebbero dovuto cura». Si tratta in tutto di circa 200 pazienti.

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