Ven. Apr 26th, 2024

Dura lettera dei cinque presidenti degli Ordini provinciali dopo l’apparizione della sindaca leghista di Cascina ad Agorà. «In una situazione di sfascio è solo grazie a loro se possiamo ancora parlare di servizi sanitari». Scura: «Tengono alto il nome fuori dalla regione»

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Mettere d’accordo i cinque presidenti degli Ordini provinciali dei medici è stato facile, facilissimo. Così come far loro firmare una lettera nella quale «esprimono il loro sdegno per le inaccettabili e farneticanti tesi espresse da Susanna Ceccardi, intervenuta, nella sua veste di sindaco della Città di Cascina, nella trasmissione di approfondimento giornalistico “Agorà”, andata in onda su Rai 3 il 12 dicembre». Per Ceccardi, i medici calabresi dovrebbero essere pagati di meno dei colleghi che operano in altre Regioni d’Italia, perché meno bravi. Idea ribadita più volte, seppure con sfumature diverse, nel corso della trasmissione. E che ha provocato la reazione dei presidenti degli ordini Eugenio Corcioni (Cosenza), Vicenzo Ciconte (Catanzaro), Pasquale Veneziano (Reggio Calabria), Enrico Ciliberto (Crotone) e Antonino Maglia (Vibo Valentia). «L’offensività, la stupidità e la rozzezza di una tale tesi – scrivono in una nota – è in re ipsa e non meriterebbe di essere commentata, se non fosse stata espressa in una trasmissione giornalistica di punta del servizio televisivo pubblico nazionale».
«Nessuno – spiegano i medici – vuole qui negare i problemi che investono il servizio sanitario della Calabria, ma di questo stato di fatto i medici sono innanzitutto vittime. In realtà, in una situazione di generale sfascio, è solo grazie all’abnegazione, alla professionalità ed al senso di responsabilità degli operatori sanitari se, oggi, possiamo ancora parlare di servizi sanitari, comunque, erogati in Calabria».
L’elenco delle doglianze dei medici è lungo: «Anni di gestione commissariale, con blocco delle assunzioni, hanno ridotto al lumicino gli organici, cosicché, oggi, sempre meno medici si trovano a combattere da soli in strutture complesse, cercando di rispondere al meglio delle loro possibilità alle richieste di salute che arrivano dai pazienti. Il tutto in strutture sempre più fatiscenti, in cui gli investimenti tecnologici sono chimere». L’idea che qualcuno possa pensare che sia giusto pagarli di meno perché più scarsi dei loro colleghi è assurda: «In realtà – scrivono ancora i presidenti degli Ordini –, medici che, in questa situazione di disorganizzazione totale, riescono, comunque, a curare i malati dovrebbero essere premiati, perché portatori di professionalità e di valori fuori dal comune. Medici che, infatti, quando si trasferiscono in altre realtà, meglio organizzate e gestite, si dimostrano, sempre e subito, all’altezza dei compiti che sono chiamati a svolgere, per la loro invidiabile preparazione e professionalità».
Ceccardi faceva riferimento anche a casi di errori medici («i bisturi lasciati nello stomaco»). Per i cinque presidenti «è solo il caso di evidenziare che i dati smentiscono la favola secondo la quale i medici calabresi sarebbero autori di errori professionali in misura maggiore di altre realtà. Fermo restando che quando errori vengono acclarati, vanno perseguiti e puniti, i dati dicono, infatti, che, pur nelle condizioni date e sopra evidenziate, i casi di errori professionali da parte dei medici calabresi non differiscono dalla media nazionale. Solo che per i populisti, in cerca di visibilità e voti, l’errore del medico calabrese fa più notizia, perché i medici calabresi non hanno santi in paradiso e non hanno apparati economici, politici ed informativi che li tutelano, come, invece, avviene, in tante altre realtà».

SCAFFIDI: MEDICI DOVREBBERO ESSERE PAGARI IL DOPPIO «Non intendo entrare nel merito alle dichiarazioni della sindaca leghista Ceccardi rilasciate ad Agorà in quanto alle scemenze ed alle offese di tal genere non si può rispondere. Esse qualificano chi le pronuncia e non certo chi le riceve». Lo ha detto il segretario aziendale Anaao-Assomed Ao di Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi. «Dico solo che i medici calabresi, la cui bravura non può essere sicuramente certificata da tale Ceccardi da Cascina, dovrebbero essere pagati il doppio rispetto a chi sotto il profilo organizzativo è messo in condizione di esprimere al meglio la propria professionalità. Noi, invece – prosegue -, in Calabria paghiamo la insulsaggine, ignoranza, incompetenza, clientelismo ed arroganza di chi, come il sindaco di Cascina, rappresenta le istituzioni che presiedono all’organizzazione del Servizio sanitario regionale. Di ogni colore politico. Ieri Scopelliti, oggi Oliverio. Faccia della stessa identica medaglia». «Chiudo – conclude Scaffidi – con i miei complimenti all’ex presidente Scopelliti per i nuovi compagni di viaggio sceltisi per il suo tentativo di riciclaggio. Avrà tutta la categoria medica vicina».

SCURA: MOLTI MEDICI TENGONO ALTO IL NOME DELLA REGIONE «In merito alle dichiarazioni rilasciate ad una televisione nazionale circa l’opportunità che i medici calabresi guadagnino meno dei colleghi di altre regioni, mi preme fare alcune osservazioni di merito». Lo ha detto il commissario ad acta della Sanità in Calabria, Massimo Scura. «Molti medici calabresi fanno fino in fondo il loro dovere, anzi – spiega -, vista la situazione nella quale è precipitata la sanità calabrese negli anni addietro, molti di loro, come pure molti altri dirigenti sanitari e non, molti infermieri e altro personale del comparto, riescono ad esprimere la loro professionalità con grande abnegazione in mezzo a tante difficoltà». «A dimostrazione del loro valore va infine osservato – conclude Scura – che molti medici calabresi tengono alto il nome della loro terra fuori regione ed io ne conosco tantissimi e alcuni di loro sono tornati a lavorare in Calabria con splendidi risultati».

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