Mar. Mar 19th, 2024

“Non è quello che riceve a dover essere gioioso, ma chi dà deve godere del piacere di aiutare gli altri”. E’ emozionata, un pò imbarazzata, Lucia Cocciolo, 53 anni, nata e cresciuta a Coccorino, ma da 40 anni a Milano dove lavora come infermiera, sposata con due figli e già nonna. Lucia in questi giorni sta chiedendo l’aiuto di qualcuno affinchè la sua casa, situata nel centro della frazione Coccorino di Joppolo, possa essere donata a chi ne ha bisogno, in particolare a qualcuno dei migranti giunti nel Vibonese.

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Una casa “vecchia”, a suo dire, acquistata nel 1992 e utilizzata da lei e la sua famiglia fino al 2010 per le vacanze. “Adesso utilizziamo il camper per muoverci – afferma – e, quindi, non ci possiamo più andare e la casa è rimasta inutilizzata da troppo tempo. Anche i miei figli non hanno intenzione di andarci. C’è l’acqua, manca l’energia elettrica, ma, in complesso c’è tutto ed è sempre meglio di una tendopoli dove tanti poveracci ci muoiono. C’è il camino e almeno ci si può riscaldare. Non risolverò il problema dei migranti perché lo so, il mio gesto è solo una goccia in un oceano”. La casa ha anche un terreno, a 300 metri dal paese.

“In casa – dichiara – metteteci dei ragazzi o se ci va una famiglia può coltivare l’orto come faceva mia mamma e potrà, così, vivere dignitosamente. Lo faccio con tutto il cuore e spero di trovare qualcuno che si faccia carico di questa situazione”. A Lucia che fino ad alcuni anni addietro ha svolto volontariato aiutando per un’associazione donne disagiate e maltrattate con bambini così come i terremotati dell’Abruzzo, non interessa vendere quella casa, ma regalarla a chi ne ha più bisogno. “In una società dove l’odio è protagonista – afferma – la cosa che più mi fa male è che capisco il razzismo dei nordisti, non concepisco, però, quello dei meridionali perché quando siamo venuti in Lombardia noi siamo stati trattati male e sentire di migranti maltrattati al Sud mi fa tanto male. Fortunatamente non siamo tutti indifferenti a quello che succede intorno a noi e per me è giusto essere sempre dalla parte degli ultimi, ieri, oggi e sempre”.

 

Orsolina Campisi Gazzetta del Sud —

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