Ven. Apr 26th, 2024
 

L’emergenza Covid19 ci ha dato una lezione che non dimenticheremo molto presto. Ci ha fatto capire che ci sono cose nella vita che vengono prima di tutto e vanno tutelate sopra ogni altra. Come gli operatori sanitari, tutti quei medici e infermieri che stanno combattendo una guerra senza esclusioni di colpi, contro un nemico invisibile, utilizzando armi e strumenti non all’altezza della situazione. A loro, e in particolare a chi è caduto per arginare i danni dell’epidemia, i ragazzi della scuola secondaria di I grado della prima C “San Luca Bovalino”, diretta dal dirigente Gianfranco Mancuso, seguiti dall’insegnante Eleonora Denaro, attraverso la didattica a distanza, e in attesa di capire se potranno o meno chiudere l’anno scolastico, hanno dedicato una serie di disegni a mano libera che ben sottolineano il loro stato d’animo ferito da un nemico che ha modificato le abitudini di tutti.

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Un’iniziativa, quella dei ragazzi della scuola di San Luca, che ha finito per coinvolgere un po’ tutte le classi, che ha lo scopo di evidenziare le speranze e le paure degli studenti attraverso l’arte del disegno, ma anche il grado di maturità conseguito davanti alla forza e all’avanzare di un nemico che da più di un mese ci costringe a stare chiusi in casa, in attesa di tempi migliori.

Una gara senza premio finale, capace di produrre circa 100 disegni, tutti significativi, nei quali è ben evidenziata non tanto la forza del virus, ma la bellezza e la voglia del nostro paese di lasciarsi alle spalle un nemico che ha profondamente cambiato e stravolto la nostra vita quotidiana. E l’Italia, stretta al cuore come un bambino appena nato, da parte di un angelo che indossa il vestiario di chi in queste settimane si è trasferito anima e corpo nelle sale asettiche di un pronto soccorso o di un improvvisato reparto Covid, è il simbolo e il messaggio di un paese che vuole lasciarsi alle spalle al più presto un emergenza che in parte ci ha forse segnati per sempre.

Prodotto un centinaio di opere grazie all’iniziativa della prof. Eleonora Denaro

fonte: Antonio Strangio gazzetta del sud

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