Sab. Lug 27th, 2024


Le Evidenze dell’Operazione Svelano un Presunto Comitato d’Affari Legato alla Criminalità Organizzata, con Riferimenti Politici ed Economici, mentre la Giudice Accoglie le Richieste di Costituzione di Parte Civile

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Nel corso di un’importante udienza presso l’aula bunker di Lamezia Terme, i pubblici ministeri Paolo Sirleo, Domenico Guarascio della Dda di Catanzaro e Alessandro Rho della Procura di Crotone hanno ribadito la necessità di inviare a processo le 120 persone coinvolte nell’ambito dell’inchiesta “Glicine-Acheronte”. Nello specifico, si è deciso di stralciare le posizioni di 6 accusati a causa di problemi legati alla notifica degli atti.

Dinanzi alla giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Sara Merlini, i magistrati hanno delineato il quadro accusatorio basandosi sulle evidenze emerse dall’operazione, che ha avuto inizio il 27 giugno 2023 con l’esecuzione di 43 misure cautelari da parte dei carabinieri.

Le indagini condotte avrebbero smascherato un presunto comitato d’affari composto da politici, imprenditori e individui con presunti legami con la criminalità organizzata, che avrebbero abusato delle istituzioni pubbliche a scopo elettorale. Inoltre, l’inchiesta avrebbe portato allo smantellamento della cosca Megna di Papanice, che si era riorganizzata dopo il rilascio, nel 2014, del boss Mico Megna, diventato un punto di riferimento per la ‘ndrangheta crotonese.

Durante l’udienza preliminare, la giudice ha accolto le richieste di costituzione di parte civile avanzate da diversi enti e organizzazioni, tra cui i ministeri dell’Interno, dell’Ambiente e della Giustizia, la Regione, il Comune di Crotone, la Provincia, l’Asp e le società “Ivs” e “Forum associazioni antiusura”.

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