Ven. Apr 26th, 2024

“La Calabria va continuamente liberata da mali antichi, e curata in modo nuovo”. È quanto scrivono gli arcivescovi e i vescovi della Calabria nel messaggio “per la vita buona della Regione” lanciato in vista delle prossime elezioni regionali in Calabria: il messaggio è stato approvato nei giorni scorsi nell’ultima sessione della Conferenza episcopale calabra.

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“Questa terra – proseguono arcivescovi e vescovi della Calabria – ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica, puntando a curare quei mali che non hanno più l’ossigeno di respiro verso il bene comune; di debellare la sempre vegeta preoccupazione degli interessi privatistici. Attraverso la sana politica e la sana amministrazione, la Calabria deve riguadagnare fiducia in se stessa, eliminando promesse illudenti, ma senza fondamento, premesse a elemosine e provvidenze assistenzialistiche, prime vere minacce alla democrazia e alla dignità degli onesti”. La Conferenza episcopale calabra ribadisce “anzitutto l’etica della politica come vincolante per tutti, a qualsiasi schieramento, gruppo o partito si appartenga. Essa consiste nella ricerca del ‘vero’ bene comune, nel coltivare la competenza e la responsabilità, nell’ottica della collaborazione con gli orizzonti della nuova politica governativa nazionale ed europea, nella rottura con qualsiasi collegamento con le forze diaboliche e malefiche della ’ndrangheta, con altre ad esse colluse e con quelle occulte, comunque appartenenti alla criminalità organizzata”.

La Chiesa calabrese auspica inoltre – si legge nel messaggio – “vigilanza, che esige il massimo rigore nell’escludere candidature da sottobosco inquinato, aborrendo la fallimentare pratica di voti di scambio come architrave dei consensi in vista dell’ascesa a ruoli e incarichi di potere. Vanno perciò individuati candidati con competenze tecniche e specifiche, riconosciuta stima pubblica, noti per specchiate qualità morali, responsabili e motivati, sinceramente amanti del bene comune. Una politica che ispira fiducia può rimotivare il dovere del ritorno al voto della nostra gente, perché ancora una volta non vinca il partito degli astenuti”.

La Conferenza episcopale calabra evidenzia quindi “i principali temi che attendono inversioni di tendenza: il tema del lavoro, oggi in gravissima crisi, quale effetto della pandemia sociale, seguita alla pandemia sanitaria, il tema della salute pubblica, l’ambito ambientale, l’innovazione, la coesione sociale, il bene dell’acqua. Si rilanci la campagna per salvare l’acqua in Calabria dalle minacce di privatizzazione contenute nel Pnrr del governo Draghi”. Secondo la Chiesa calabrese “il Piano nazionale per la Ripresa e la Resilienza, pur con i limiti di dotazione riservati al Sud Italia da più parti evidenziati, potrà comunque essere un valido strumento a supporto di queste grandi sfide. Ma occorre avere piena consapevolezza che senza un vero cambiamento di capacità, competenza, coesione, armonia e innovazione sia nella pubblica amministrazione che nell’impresa, nel mondo delle professioni e nella società civile, anche questa opportunità storica verrà colpevolmente e irrimediabilmente vanificata”.

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