Dom. Mag 19th, 2024

Il turismo del territorio della Locride passa anche attraverso le molteplici “trattorie” dislocate lungo tutto il territorio. E’ stato ormai accertato che molti forestieri preferiscono puntare la loro attenzione su quegli esercizi senza pretese elitarie e più alla buona, che possono tuttavia vantare un ottimo rapporto qualità/prezzo puntando su prodotti locali d’eccellenza e un’ospitalità e un’accoglienza di prim’ordine. Lo precisano senza tentennamenti gli operatori turistici e lo ha, finanche confermato recentemente anche un sondaggio effettuato da una agenzia di comunicazione su alcune centinaia di turisti, uomini e donne di età compresa tra i 25 e i 70 anni, provenienti da altre regioni o dall’estero. Ed è perfettamente d’accordo anche Giuseppe Ventra, recentemente nominato delegato per la Locride dell’ Accademia nazionale della cucina. Le cosiddette “taverne”, che spesso vengono comunemente chiamate “trattorie ”, sono state le piu’ preferite . “Il motivo d’altra parte – dice Giuseppe Ventra – è semplice. Si mangia bene, spesso in maniera decisamente genuina, si paga relativamente poco e si vive una atmosfera quasi di famiglia che consente all’utente di sentirsi perfettamente a proprio agio. Spesso questi locali diventano precisi punti di riferimento e il visitatore, una volta trovato quello giusto, ne diventa un frequentatore abituale. E’ un pò, questa, la frontiera del nuovo turismo che molto spesso si poggia prevalentemente sull’enogastronomia , considerandola quel qualcosa in piu’ che spinge i forestieri alla frequentazione di un determinato territorio. Come delegazione , con il segretario Antonino Lacopo ci siamo già attivati per visitare una serie di locali di questo genere presenti sul territorio.”. Discorso che calza a pennello per la Locride che è ricca di questi locali e in qualche centro, come ad esempio Mammola, l’enogastronomia è diventata fattore trainante dell’economia. Il re della tavola, in questo caso , è lo stocco ( da non confondere con il baccalà con il quale ha in comune solo la materia prima ovvero il merluzzo ma un periodo di essiccazione diverso) che viene servito in una quantità di modi variegata ed è diventato motivo trainante di numerosi forestieri che affollano i locali del piccolo centro – negli ultimi anni ne sono sorti parecchi proprio per questo – tanto che nel fine settimana è veramente difficile trovare il classico posto a tavola. Ma assieme allo stocco altre pietanze particolarmente apprezzate dai forestieri – e perchè no, anche dagli stessi cittadini del territorio – sono la pasta di casa che ha i suoi epicentri a Siderno superiore e a Moschetta da dove è partita per poi svilupparsi anche in altri comuni del comprensorio, le classiche soppressate che fanno da corredo agli antipasti caserecci dove trovano collocazione le fresche ricottine e tutta una serie di alimenti particolari made in Calabria , nduja compresa. Molto richieste sono anche le classiche polpette di maiale e qualche buona fetta di carne cucinata all’antica. Difficile, in questo tipo di locali, fatto salvo lo stocco, puntare sul pesce, Si punta soprattutto alla “roba di casa” e finanche a legumi cucinati all’antica. Quanto,poi, al vino si punta al “locale” che si sposa appieno con il tipo di pranzo scelto e il gioco è fatto. E i ristoratori hanno anche una certezza: se i loro clienti sono soddisfatti – il rapporto si misura sempre in qualità/prezzo – non solo torneranno ma anche e soprattutto con il loro passa parola faranno arrivare altra gente, Insomma anche questo è turismo.

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Aristide Bava

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