“Sono 36.510 i roghi di vegetazione divampati ad oggi (dato aggiornato a questa mattina) dal 15 giugno scorso, data di inizio della campagna antincendi boschiva. Nel numero, di per sé già grande e importante anche da metà maggio, sono compresi tutti gli incendi di vegetazione, da quella negli spartitraffico alle sterpaglie, fino al bosco”. A tracciare all’Adnkronos il quadro della situazione incendi in Italia è Carlo Metelli, vice direttore vicario della Direzione Centrale per l’emergenza dei Vigili del fuoco.
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“Solo ieri sono stati 19 gli interventi della flotta aerea di soccorso nazionale, il più critico a Cinigiano in provincia di Grosseto dove è stato necessario anche sgomberare circa 600 persone – spiega – Intanto stanno proseguendo le operazioni in Friuli Venezia Giulia, nella zona di Doberdò del Lago, con le fiamme riattizzate dalla Bora e tuttavia al momento sotto controllo. Quest’anno la differenza è che il baricentro del fuoco si è spostato dall’Italia meridionale a quella settentrionale, con incendi importanti quali quelli divampati a Lucca o, come detto, in Friuli Venezia Giulia, zone dove gli scorsi anni praticamente non mettevamo piede. Questo comporta una maggiore dispersione del personale e dei mezzi, più o meno in tutto il territorio nazionale, da cui l’apertura di basi supplementari al nord, mai fatto negli anni passati eppure in linea con la siccità che è maggiore proprio nelle aree a nord”.
“Ai 5.200 vigili del fuoco in servizio ordinario se ne sono aggiunti così quasi 700 (sempre del personale del Corpo nazionale) in supporto nelle regioni che hanno fatto la convenzione. I Canadair sono usciti dalle basi 1.055 volte e fatto 9.545 lanci (tra acqua e schiuma), gli elicotteri decollati 319 volte per 2290 lanci. Non dimentichiamo che oltre alle emergenze legate agli incendi, proprie di questo periodo – fa notare Martelli – permangono gli incidenti stradali, gli alberi o i rami pericolanti, i roghi in appartamento, comunque non trascurabili”.
Se è difficile stabilire il carattere doloso o meno di un incendio, il vice direttore vicario della Direzione Centrale per l’emergenza dei vigili del fuoco sottolinea come “in molti casi troviamo gli inneschi” e come di solito l’origine delle fiamme sia proprio imputabile all’uomo. Da considerare, poi – aggiunge – che è praticamente impossibile trovare traccia nelle sterpaglie di candele o benzina, se gettata senza la tanica. Il problema vero, al di là del dolo o meno, è che quando il fuoco si sviluppa con questo caldo fa danni maggiori di prima. L’intervento immediato è fondamentale, come successo a Castel Fusano nei giorni scorsi, dove grazie alla velocità dell’arrivo sul posto dei Canadair, è stato possibile circoscrivere velocemente l’area”.
(di Silvia Mancinelli)