Ven. Apr 26th, 2024

Una giornata meravigliosa e indimenticabile, quella del 3 settembre, presso il Santuario Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica. Intenso il programma liturgico, che è culminato con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da don Donato Ameduri, parroco di Caulonia Marina, su incarico del Vescovo, monsignor Oliva, che era assente perchè impegnato all’ordinazione episcopale di monsignor Battaglia, a Catanzaro, così come gli altri vescovi calabresi. Don Donato, nella propria omelia, ha esordito dicendo: “Ci troviamo in questo presidio eucaristico mariano, di misericordia, di riconciliazione, di conversione, di evangelizzazione, e possiamo e dobbiamo riflettere sull’opportunità di seguire Gesù e non le cose del mondo. Richiamando concetti espressi da Fratel Cosimo, durante la sua evangelizzazione, il sacerdote ne ha citato l’illuminante catechesi, dichiarandosi d’accordo su tutto. Il mistico placanichese, dal proprio canto, ha, come al solito, effettuato una evangelizzazione che ha suscitato, nella grande platea di giovani e anche di meno giovani, interesse, commozione, riflessione.  “Cari fratelli e amici, cari giovani convenuti da diversi paesi, sono lieto di porgere a tutti voi un sincero saluto e un cordiale benvenuto” – ha affermato Fratel Cosimo, ad inizio evangelizzazione – “mi rallegro con voi” – ha proseguito – “nel vedere la vostra numerosa presenza in questo primo sabato del mese di Settembre a voi dedicato. Siete giunti in questo giovane Santuario mariano, Nostra Signora dello Scoglio, col cuore trepidante di gioia per condividere un’esperienza di fede insieme ad altri giovani, e per trascorrere un momento d’incontro, di comunione, di preghiera e di fraternità cristiana, in compagnia della Vergine Santissima, Madre di grazia e di misericordia. Il tempo che stiamo vivendo è un tempo particolare, perché siamo nell’anno santo straordinario della misericordia indetto dal Santo Padre. Tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, perché nessuno di noi è perfetto, però dobbiamo sforzarci a divenire perfetti, anche se umanamente parlando la perfezione sembrerebbe irraggiungibile, ma Gesù nel Vangelo di Matteo al c. 5 v. 48 esorta alla perfezione dicendo: Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli. Ora con questo spirito vogliamo ascoltare quanto Gesù ha da dirci nel Vangelo di Luca c. 14 a partire dal v. 27 fino al v. 30: “In quel tempo disse Gesù: chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Cari fratelli e sorelle, abbiamo appena ascoltato cosa disse Gesù alla folla che andava con Lui: Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Se prestiamo un po’ di attenzione alle parole evangeliche che stiamo esaminando, ci rendiamo subito conto che Gesù spiega alle folle quali sono le condizioni per poter andare dietro a Lui, e per essere suoi discepoli. In questi versetti del Vangelo di Luca se vogliamo, il Signore Gesù rende chiaro nel modo più esplicito, che la vita di ogni vero discepolo deve essere dal principio alla fine, una vita di rinuncia, di sacrificio, di se e della propria volontà. Al tempo d’oggi le parole di Gesù sembrerebbero contrastanti con la vita odierna, ve lo immaginate perché? Perché oggi come oggi, l’uomo e la donna, non intendono affatto rinunciare a nessuna cosa di tutto ciò che il mondo offre. Consentitemi a questo punto di citare un detto che spesso sentiamo pronunciare, almeno dalle nostre parti dalle persone profane, che dicono: Tutto quello che si lascia in questo mondo è perduto. Miei cari fratelli e sorelle, cari giovani, questo detto per i cristiani non è affatto da tenersi in considerazione, ma è il contrario: chi sa rinunciare al mondo per seguire il Signore, alla fine della vita avrà in ricompensa il premio, cioè, il dono della vita eterna. D’altronde possiamo dire che chi riesce a rinunciare a tutto, mantiene il cuore perfettamente libero per seguire il Signore. Ma se si vuole trascinare con se una qualsiasi parte del mondo, non si possono portare i caratteri del discepolo di Gesù Cristo, e sapete perché? Ve lo dico subito: perché dobbiamo scegliere fra Lui e il mondo. Non possiamo servire due padroni, come dice Gesù nel Vangelo di Luca c. 16 v. 13. Il Signore miei cari amici, vuole avere non solo delle anime salvate nel cielo, ma anche dei discepoli sulla terra che lo seguono, e allo stesso tempo gli rendono testimonianza. Per questo bisogna portare la propria croce, cioè morire a se stessi riguardo a tutto ciò che è incompatibile con la vita del Signore Gesù Cristo, anche se oggi non è facile parlare di croce, specie a voi giovani. Alla numerosa folla che andava con Gesù, Egli nel continuare il suo insegnamento diceva anche: Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Con questo esempio Gesù ha messo in evidenza la necessità di calcolare la spesa prima di decidersi a seguirlo. Paragonò dunque la vita cristiana se vogliamo, ad un progetto edilizio. Un uomo che intende costruire una torre, si siede prima a calcolare la spesa. Se non ha abbastanza risorse per poterla finire, non procede con il piano. Altrimenti cosa succede? Una volta poste le fondamenta e interrotto il lavoro, i passanti cominceranno a beffarsi di lui, dicendo: quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare. Miei cari amici, lo stesso vale per i discepoli che intendono seguire il Signore. Essi dovranno prima calcolare la spesa e considerare se intendono veramente abbandonare la loro vita, di tutto cuore a Gesù Cristo. Altrimenti potrebbero partire pieni di entusiasmo per poi fermarsi lungo il cammino. Quindi, sarebbero derisi, per avere cominciato bene e finito male. Nello stesso Vangelo di Luca al c. 9 v. 62 vi leggiamo che, un uomo disse a Gesù: Io ti seguirò Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa. Ma Gesù gli rispose: Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno dei cieli. Riflettiamoci! Il senso di queste parole è chiaro, Gesù non vuole che alcuno si metta in cammino per seguirlo e poi rimanga per strada, ma la sua volontà è, che ciascuno di noi divenga suo discepolo, nel vero senso della parola per andare dietro a Lui, e allo stesso tempo seguirlo non fino a metà strada ma fino in fondo. Miei cari fratelli e amici, presenti a questo incontro, mi rivolgo in modo particolare a voi giovani che avete davanti il futuro della vostra vita. Sappiate che l’unico bene del vero discepolo è Gesù Cristo, ciò significa, che bisogna costruire la propria vita su fondamenta completamente diverse da quelle indicate dal mondo, e cioè, conviene costruire la propria esistenza su Gesù Cristo, pietra viva che non verrà mai meno. Spetta a voi la decisione! Decidersi dunque per Cristo, vuol dire impegnarsi a pregare, a perseverare nella preghiera, a considerare la preghiera l’arma infallibile di vittoria, e avere anche il coraggio di testimoniare davanti agli uomini, Gesù Cristo senza vergogna. Diceva il Santo Padre a tutti i giovani che hanno partecipato alla GMG di Cracovia: Portate giovani la gioia e la testimonianza del Vangelo nella vostra vita, non abbiate paura, ma il coraggio di farlo. Giovani, papà e mamme che mi ascoltate, è importante la testimonianza pubblica, il riconoscimento pubblico che dimostri la nostra appartenenza al Signore. Ecco a cosa serve la testimonianza. Lasciando lo Scoglio Benedetto, e tornando alle vostre case, dovete essere testimoni di Gesù Cristo, evangelizzatori di questo tempo, negli ambienti in cui ciascuno di voi vive. Giovani affidate le vostre aspirazioni e le vostre speranze al Signore che è la via, la verità e la vita, la risposta ad ogni vostro interrogativo. Grazie per essere venuti oggi qui a S. Domenica, e per aver accolto questo invito, la Vergine Santissima, Stella della nuova evangelizzazione, guidi i vostri passi, e vi sia sempre di aiuto in ogni vostra impresa. Dio vi benedica” – ha infine concluso, Fratel Cosimo – “e sia lodato Gesù Cristo!”

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